Andrea Martines - Blog (2006-2013)

Breve storia recente e prossima dei difensori del popolo

21 novembre 2007

I) Ancora vent’anni fa i cittadini italiani delegavano volentieri la gestione fiduciaria dei loro interessi ai partiti politici.

II) Dopo Tangentopoli, la crisi di fiducia orientò molti a rivolgere le speranze nei sindacati, in difesa dei diritti acquisiti nei decenni precedenti.

III) Dopo il Patto per l’Italia, l’implosione di Cofferati e la successiva conduzione gerontocratica della triade, ci si rivolse allora alle associazioni dei consumatori come nuovi campioni della difesa dei più deboli. Però in uno smottamento continuo dello status da cittadini a lavoratori a consumatori. Ma almeno qualcuno ancora diceva che l’inflazione calcolata dall’Istat era una buffonata.

IV) Dopo la finta Class Action recentemente approvata, tali associazioni vengono disattivate e inglobate nel sistema: solo le associazioni riconosciute (e foraggiate) dallo Stato avranno potere di intentare class action. Si profila un palese conflitto d’interessi che espone questi soggetti alle intimidazioni della politica, con il rischio di vedersi decurtare finanziamenti e riconoscimento istituzionale.
Rese infide le associazioni, il distintivo di difensori degli oppressi sembra ora sia passato ai comici, che dopo le stagioni delle epurazioni (craxiste o bulgare) riemergono con il loro armamentario satirico (quindi letterario) di pungolo del potere, però misinterpretato come strumento politico di denuncia.

V) Non c’è più nessuno sotto, qui gli esiti possibili sono due:

  1. la fuga verso il basso, con la restituzione diretta al popolo stesso della cura dei suoi interessi: ed è l’insurrezione.
  2. la chiusura del cerchio, con il transito dai comici ai partiti politici, ridelegati su basi diverse alla difesa del popolo. Fino a poche settimane fa si riteneva che il grillismo fosse il candidato principale a questo compito storico, sembrava potesse risolversi in una forza politica. Ora pare che il ruolo sia ambito da almeno un altro comico affermato.

2 commenti:

1. stefano mannacio ha detto:

21 Novembre 2007 @ 16:05

Quer pasticciaccio brutto della Class Action all’Italiana
Data: 19 Novembre 2007
http://www.stefanomannacio.it/2007/11/19/quer-pasticciaccio-brutto-della-class-action-allitaliana/

In un recente scambio epistolare con il Presidente di MDC, Antonio Longo, avevo stigmatizzato il formulato, poi approvato per errore al Senato, sull’istituzione della class action che pone una riserva quasi esclusiva alle associazioni appartenenti al CNCU. In poche parole si tradisce lo spirito originario della class action americana che dovrebbe, per i successi che ha ottenuto, essere il modello di riferimento, un modello diffuso sul territorio. Con la class action all’italiana si rischia di creare un sistema ”controllato e diretto” dal Ministro dello Sviluppo Economico, che, per legge (art. 136 del Codice del Consumo), presiede il CNCU.

Le imprese non dovrebbero essere preoccupate più di tanto, salvo che il ministro di turno, alzandosi male una mattina, non decida di convocare le associazioni per invitarle, magari con la promessa di qualche finanziamento, a ”colpire un’azienda per educarne cento”. E’ evidente che i contributi potrebbero essere erogati anche per la ragione opposta! A fronte di tale scenario, le difese “corporative” del provvedimento da parte di Federconsumatori, sembrano surreali come il sostegno, a spada tratta, di Adiconsum e Adusbef, Essendo tutte associazioni appartenenti al CNCU e, guarda caso, strenue paladine dell’indennizzo diretto, comprendiamo benissimo la volontà di sostenere quello che è per loro una specie di ”asso piglia tutto”, come peraltro espresso con alcuni comunicati dall’ADUC (qui, qui e qui) , una associazione fuori dal coro.

2. alberto d'ottavi ha detto:

22 Novembre 2007 @ 17:00

uh. hai dimenticato santoni / sciamani / predicatori. noi arriviamo tardi solo perché c’è chi sappiamo che c’è, lì da voi appena di là dal tevere, ma in america rulez – e noi italiani siamo abbastanza creduloni no? :DDD