Andrea Martines - Blog (2006-2013)

La setta dei Post estinti

17 dicembre 2006

Leggetevi il presente articolo, presto.
Sono molto sensibile alle mode, potrei pentirmi e appallottolarlo entro pochi secondi sotto la spinta di qualche commento che mi apra improvvisamente gli occhi.

Prima il caso di blogorrea complex del buon Scalfarotto (per cui avevo ed ho tuttora una certa ammirazione), che ha subitaneamente ritirato la sua delirante risposta a un ormai vecchio, legittimissimo giudizio di Luca Conti sulla sua parabola politica. Evidentemente ha ragione chi sostiene che le parabole facciano male alla salute.

Ora invece grazie ad Alberto Dottavi apprendiamo che il Gartner Group la Gartner, Inc. ha appena ritirato un post nel suo blog per la pesante stroncatura nei commenti di una loro predizione per il 2007 sulla blogosfera.

Queste possibilità di reintervento sui contenuti (ripensamento, raffinamento, censura a posteriori) sono naturalmente insite nel mezzo. Legittime, anche se in questi casi del tutto risibili. Ma bisogna far presente a chi le pratica che equivale a far saltare il tavolo su cui si gioca: tutto il contorno del fenomeno blog (reazioni, commenti, trackback, polemiche) è costruito sulla costanza del contenuto nel tempo.

E’ un tradimento vero e proprio della dimensione del blog (per quel che ne comprendo allo stato presente), che dovrebbe essere additata al pubblico ludibrio, e passibile di gogna mediatica fino all’ottenimento di scuse ufficiali ai propri lettori.
Nel frattempo, sarebbe di pubblica utilità la predisposizione pubblica di un “cimitero” dei Post estinti per eccesso o assenza di vergogna. Senza i quali sarebbe impossibile ricostruire i termini di alcune discussioni, cui pure in molti magari si erano appassionati.
Ad esempio, per chi non avesse letto il post di Scalfarotto, c’è per ora la copia cache di Google. Ma dove potremmo collezionare permanentemente queste perle?

9 commenti:

1. Nicola Mattina ha detto:

17 Dicembre 2006 @ 18:38

Cancellare un post perché qualcuno lo ha commentato negativamente o perché il suo contenuto si presta a discussioni non previste è senza dubbio sciocco perché quello che scriviamo in Rete è destinato a permanere al di là della nostra volontà. Si tratta di conversazioni, è vero, ma sono digitali e come tali destinate a sopravvivere nelle memorie delle macchine.
Mike Arrington non ha cancellato il post in cui Sethi criticava Leweb3, ma ha spiegato le sue ragioni su CrunchBoard (significativo il suo continuo riferimento all’etica, perché si tratta dell’etica degli affari e va intesa molto pragmaticamente come quello che si fa e non si fa in affari 🙂
Il post di Scalfarotto era inutile e offensivo nei confronti di Luca Conti. Dimostra ancora una volta quanto fosse inconsistente il personaggio… purtroppo non basta aprire un blog per essere credibili. Lo dico con rammarico, perché io sono stato uno dei pochi che hanno votato per Scalfarotto alle primarie, ma a quanto pare ho riposto male la mia fiducia.

2. Andrea Paiola ha detto:

17 Dicembre 2006 @ 23:36

E l’hai letta la definizione di Web 3.0 su Wikipedia?

3. Andrea Martines ha detto:

17 Dicembre 2006 @ 23:49

Beh, una pagina wiki non è un Post, a dire il vero. E’ aperta per natura.
Comunque non ho dubbi che la Setta si espanderà presto. Ci sono più soldi, più reputazione e più politica che nei periodi scorsi, quindi è ovvio che un feedback negativo porti a correzioni o sparizioni.
E poi ci sono recenti modelli negativi un po’ da ogni dove: se Silvio ha fatto un arte del “lancio il sasso, vedo come va e semmai smentisco”, Romano e Tommaso la finanziaria l’hanno fatta tutta co sto metodo qua!
Con questi affiliati la setta… altro che P2! 🙂

4. Dario ha detto:

18 Dicembre 2006 @ 13:49

Uhm vedo che abbiamo ispirazioni simili Andrea !

http://www.dariosalvelli.com/2006/12/politically-correct-blog

5. Luca Conti ha detto:

18 Dicembre 2006 @ 15:38

P2.0 🙂 Il copyright è di Zoro

6. alberto d'ottavi ha detto:

19 Dicembre 2006 @ 16:53

Nicola, quanta ragione: se mi googlo trovo ancora stupidate che ho postato su dei forum milioni di anni fa, mamma mia che vergogna, però non ho mai pensato di cancellare google

Andrea, reintervento sui contenuti etc: vero. A me piace moltissimo l’uso tipico dei blog di segnalare cancellazioni e rifacimenti. anche se continuo a pensare che non sia niente di strano, il famoso giornalismo anglosassone lo prescrive da un secolo e mezzo… è triste pensare che siamo abituati così male da certa comunicazione d’oggi

Grazie per la citazione. Piccolo aggiornamento: un tipo dell’ombudsman mi ha risposto spiegandomi cose ovvie e puntualizzando che non usano più “group” da tempo (si chiamano “gartner, inc”) LOL! 😀

7. Andrea Martines ha detto:

19 Dicembre 2006 @ 17:14

@Alberto: ho aggiornato il post con la corretta dicitura dell’azienda in questione 🙂
Basta poco, che ce vo’?!

@Nicola: chi avresti mai dovuto votare per non riporre male la tua fiducia? 🙁 Io ero inizialmente del partito di quelli che volevano indicare comunque Veltroni sulla scheda, per farlo uscire allo scoperto. Poi alla fine…

8. alberto ha detto:

21 Dicembre 2006 @ 10:05

Ciao Andrea, aggiornato anch’io e ho aggiunto questo link http://it.news.yahoo.com/20122006/58-62/blog-sempre-influenti-autorevoli-dei-media-tradizionali.html
secondo me una lettura parziale… ma vabe’ che ce volemo fa’, ci son già ben altre robe di cui discutere 🙂

9. zen ha detto:

22 Dicembre 2006 @ 12:05

Al di là del merito della questione Pandemia-Scalfarotto, cancellare un post è sempre antipatico. Siamo qui in rete per parlare, discutere, confrontarci.
Penso che nella vita e nelal blogosfera non ci sia segno di intelligenza + grande che dire “ho sbagliato”. In alcuni casi è stato fatto, ma togliere il casus belli dal paniere significa non capire e, dunque, non apprezzare la portata di un atto di umiltà.