Andrea Martines - Blog (2006-2013)

Pervasive Sharing

04 gennaio 2007

Sinceramente, non riesco a comprendere (ne’ ovviamente a “condividere”) il recente entusiasmo per una serie di diavolerie web tese a condividere con l’esterno il più ampio spettro possibile di notizie su esperienze o attività personali, anche del tutto irrilevanti.

Già MyBlogLog mi sembrava un attentato alla privacy. Perché dovrei io stesso attivarmi per far vedere tutti i posti che visito virtualmente, quando nella vita reale sono preoccupato dell’esatto contrario, che qualcuno monitorizzi, registri e pubblichi i miei passi? Con MyBlogLog tutti possono sapere che siti frequento, e quando.

CoComment mette in strada invece non la frequentazione, ma l’attiva partecipazione, evidenziando quando e dove sono intervenuto in una conversazione.

Con Bloggersnap mi è preso il terrore che da remoto qualcuno potesse prendere il controllo della mia webcam, o che potessi pubblicare per sbaglio dei miei capture in luoghi ameni (sì, lo so, chiamasi nevrosi ossessiva). Non posso che constatare quanto sia diventato esageratamente facile condividere la propria immagine in tempo reale: certo, a chi soffre di vertigini ogni balaustra sembra bassa, però…

Con Twitter si è raggiunto il punto di non ritorno. L’applicazione raschia il fondo di questa inesauribile apertura verso l’esterno, rendendo disponibile tutto il brusìo di fondo del nostro agire sensato, il nanocontenuto che non aveva finora trovato alcun retino atto a filtrarlo e condensarlo.

Verosimilmente, gli adepti del Pervasive Sharing sono una fascia ristrettissima di utenti web caratterizzati da un’estrema (ed inquietante) libertà di azione rispetto ad alcuni normali vincoli della vita reale. Apparentemente questa incontinente ostentazione di trasparenza sembra infatti escludere la presenza di clienti che premono per una consegna, o rapporti di subordinazione del proprio tempo ad un capoufficio, o rapporti di coppia con persone a cui non garba essere twitterizzate passivamente. Come se l’infinita disponibilità ad abbracciare la blogosfera, o a sciogliersi in essa, non trovasse alcun ostacolo o motivo di biasimo dagli altri domini della propria esperienza.

Per me non è così. Io non sono sempre wired. E non ho voglia di consentire o agevolare la ricostruzione della mia attività giornaliera.

Non per questo mi consento di biasimare chi ha in animo una diversa concezione della propria disponibilità pubblica. Anzi, a chi si dichiari ancora insoddisfatto del livello di apertura della propria sfera personale, voglio suggerire alcuni strumenti possibili di ulteriore potenziamento della sharosfera. Per gli incontentabili, restano ancora da sviluppare parecchie applicazioni web 2.0. Consiglierei in particolare di registrare i domini (attualmente liberi) per questi due servizi:

YouWeigh:
quanto pesi nel corso della giornata? Un sistema basato su una semplice bilancia digitale collegata in rete consente di condividere il tuo peso minuto per minuto con il mondo. Uno smart system associerà in tempo reale le variazioni riscontrate alle supposte relative funzioni corporali espletate. Con possibilità di inserire commenti da parte dei tuoi amici, votare una particolare performance e confrontarla con altre contemporanee nel tuo network. Viene anche eletta la variazione del giorno tra tutti gli utenti, divisa per categorie di peso.

AcheShare:
sistema di sensori da indossare, collegato ad un social network dedicato. Consente di bilanciare la quantità di dolore personale con quello globale della blogosfera. Per soddisfare finalmente l’annosa domanda di Vasco Rossi “Quando c’ho il mal di stomaco… con chi potrei condividerlo?!”

16 commenti:

1. azael ha detto:

4 Gennaio 2007 @ 17:37

e se la voglia di darsi in pasto al mondo sia in realtà una scusa per proporre un profilo “fatto su misura”? potrei mettermi in posa su Bloggersnap, scrivere di attività interessantissime su Twitter e commentare qualsiasi cosa per mostrare vitalità su cocomment… ho scritto giorni fa da VAldemarin che il vero problema sarà quando questi strumenti saranno in mano a chi ha vantaggio nel controllare le persone, vedi datori di lavoro…

2. Simone Severa ha detto:

4 Gennaio 2007 @ 18:53

Come sicuramente saprà Andrea io sono un ossessivo della sicurezza tanto da usare sistemi unix-based con memoria e disco cifrato, con un account dalle autorizzazioni misere e solo in casi estremi quella di root. Con il cestino che ogni volta che viene svuotato scrive per ben 12 volte degli 0 sui settori del disco fisico dove risiedevano i file da eliminare, così che un restore sia impossibile…

Con queste cose, veramente, si sta superando il limite.

Ed il rischio ed il motivo principale è proprio quello citato da “azael” cioè quel che citi come vero problema forse è meno “sarà quando” di quanto tu pensi. Anche perché non cresce nulla se alla fine non ci lucra nessuno. Quindi…

3. Andrea Paiola ha detto:

4 Gennaio 2007 @ 23:19

mah… a me sembrano semplicemente inutili… sarà che i miei 15 minuti li ho già avuti…

4. Pingback: Malato di Twitter | Fed’s Bolsoblog

5. Bruno ha detto:

5 Gennaio 2007 @ 10:57

Come reduce di .com 1.0 posso solo dire che,alle soglie di .com 2.0 QUALUNQUE idea per far parlare di se stessi viene sfruttata.
Ovviamente quando si vendono trovate virtuali, QUALUNQUE innovazione viene buttata li..on-line..sperando che qualcuno disposto ad investire abbocchi. Io rimango sempre dell’idea di fare un sito sull’alitosi dei felini o su un convertitore software da numeri minuscoli a numeri maiuscoli…. non si sa mai che qualcuno finanzi anche me!

6. Bruno ha detto:

5 Gennaio 2007 @ 11:02

..ah..dimenticavo: nell’agosto del lontano 1998 c’era gia’ stato un tentativo di invasione. si chiamava BACK ORIFICE (..no..niente di x-rated) Sviluppato inizialmente da Cult Of The Dead Cow (http://www.cultdeadcow.com/) e successivamente ripreso, permetteva di attivare audio/video per farsi i fatti degli altri da remoto: http://www.bo2k.com/
Boicottato caldamente da Microsoft….

7. Folletto Malefico ha detto:

6 Gennaio 2007 @ 0:56

…beh boicottato, era un trojan, vorrei ben vedere. 🙂

Cmq, bella satira hehe 😀

8. Nicola Mattina ha detto:

6 Gennaio 2007 @ 1:29

Salvo coCommet che trovo utile perché estende il concetto di aggregatore ai commenti e permette di seguire una conversazione su un post senza dover andare nel blog ogni tre per due, per il resto concordo… Non avrei neanche il tempo per stare a scrivere continuamente cosa sto facendo e non capisco perché dovrei farlo. Certo non per farlo sapere al mondo perché quello che faccio sono fatti miei 🙂

9. PlacidaSignora ha detto:

6 Gennaio 2007 @ 10:57

Come ho scritto nei commenti da Antonio-Webgol, condivido in pieno le tue impressioni.

10. Andrea Martines ha detto:

6 Gennaio 2007 @ 13:13

@Nicola:
Non ti serve coComment per quello: ho messo apposta nel MIX il link “Aggiungi a MIX il feed dei commenti”, in calce al post nel feed viewer. Così puoi seguire tutti i commenti in tempo (praticamente) reale senza andare sul blog.
Le altre Start Pages mica ce l’hanno questo (comprese Netvibes e Plageflakes)!
Certo, funziona solo quando nell’RSS è inserito il link al feed dei commenti, ma ormai quasi tutti i CMS lo prevedono.

11. Pingback: Webgol, a cura di Antonio Sofi

12. Nicola Mattina ha detto:

7 Gennaio 2007 @ 6:07

@Andrea:
Ci ho messo un po’ a trovare la funzionalità, ma alla fine ci sono riuscito 🙂 Se mi metti un pannello con il river of news dei blog invece dei boxettini, abbandono Bloglines e passo a Mix 😉

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16. Ivo ha detto:

7 Luglio 2007 @ 19:19

interessante tema, credo che siamo sono all’inizio dell’esposizione totale. L’ho scritto recentemente in un post dal titolo “Google, la privacy e il mettersi in mostra”. Il problema non è tanto difendersi dalla privacy ma capire perchè siamo di fatto consenzienti ad esporci. Sono cliccabile quindi esisto.